L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando diversi settori produttivi. Quando però si parla di applicazioni nell’ambito medico, spesso si fa riferimento alla difficoltà di sostituire l’emotività e l’empatia, che sembrano essere caratteristiche propriamente umane.
Si ritiene che la relazione tra medico e paziente, basata sulla comprensione, sull’ascolto attivo e sull’empatia, non possa essere riprodotta in modo efficace da un’AI. Tuttavia, uno studio pubblicato su Jama mette in discussione questo presupposto e dimostra che, paradossalmente, il chatbot ChatGPT può essere più empatico con i pazienti rispetto ai medici.
Lo studio
Sono state prese 195 domande postate su Reddit (r/AskDocs). Queste domande erano gia state risposte da un medico vero e proprio. E’ stata posta però la stessa domanda a ChatGPT.
La domanda, insieme alle due risposte rese anonime e ordinate casualmente, sono state quindi valutate da un team selezionato di operatori sanitari.
Le risposte sono state valutate in base alla qualità delle informazioni fornite e all’empatia dimostrata, ottenendo risultati su una scala da 1 a 5.
I risultati
Gli operatori, valutate le risposte, hanno scoperto che il 78,6% delle volte preferivano le risposte di ChatGPT.
Le risposte di ChatGPT erano più lunghe, di maggior qualità e più empatiche rispetto a quelle del medico.
Il chatbot ha avuto una prevalenza 3,6 volte maggiore di risposte di buona o ottima qualità e una prevalenza 9,8 volte maggiore di risposte empatiche rispetto al medico.
E quindi?
Prima di tutto è importante considerare che la dinamica tra medico e paziente su un social è differente rispetto a quella che si ha di persona, quindi il confronto tra “uomo e macchina” va valutato con cautela.
Poi va sottolineato nello studio non si è valutata la veridicità delle informazioni fornite da ChatGPT.
Nonostante questo, il risultato dello studio è molto significativo e dovrebbe suscitare riflessioni importanti.
Gli autori invitano ad “indagare” il potenziale uso di ChatGPT in clinica, ad esempio utilizzando il chatbot per scrivere delle bozze di risposte che i medici potrebbero poi modificare. Questo potrebbe migliorare le risposte e ridurre il burnout.
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