Gli edulcoltanti ipocalorici sono tra i più comuni additivi alimentari, utilizzati soprattutto dai pazienti sovrappeso/obesi per limitare l’apporto calorico e per la gestione del peso corporeo.
Sebbene il loro uso sia comune, l’eventuale rischio per la salute associato al loro regolare consumo è oggetto di controversie. Uno studio controllato randomizzato recentemente pubblicato su Cell evidenzia infatti come i dolcificanti ipocalorici, alterando il microbioma, inducano intolleranza glucidica.
Per confermare l’associazione tra tali risultati dai partecipanti sono stati prelevati campioni fecali e trasferiti a topi gnotobiotici: i topi che hanno ricevuto il campione dal gruppo di controllo non hanno mostrato variazioni della tolleranza glucidica; al contrario, quelli che hanno ricevuto il campione dai pazienti con supplemento hanno mostrato una alterazione glicemica, per di più indipendentemente dal grado di intolleranza glicemica mostrata nei pazienti da cui hanno ricevuto il campione.
Dunque, l’alterazione del microbioma causata dagli edulcoranti ha influenzato la tolleranza glucidica non solo in base al tipo di edulcorante, ma anche in base alla variabilità inter-individuale.
Con quali meccanismi gli edulcoranti modificano il microbiota?
Potrebbero essere coinvolti i recettori del gusto o recettori presenti a livello intestinale correlati all’assorbimento e all’omeostasi del glucosio. Di tale meccanismo non vi sono però significative evidenze.
Ancora, i dolcificanti potrebbero avere un ruolo nel rimodellamento dell’epitelio intestinale, nella produzione di mucina o nella funzione di barriera, meccanismi che modellano la composizione della flora intestinale e il suo metabolismo. Oppure, ci sono evidenze sull’effetto antimicrobico degli edulcoranti, i quali sembrerebbero causare danno alla membrana batterica e un aumento della sua permeabilità.
Meglio lo zucchero?
Non proprio, in realtà ci sono evidenze che alcuni batteri intestinali grazie a un aumento dei Th17 aiutino a prevenire la sindrome metabolica. Una dieta ricca di grassi e ricca di zuccheri sembra essere associata alla crescita di batteri Erysipelotrichaceae, responsabili dell’eliminazione dei batteri regolanti il sistema immunitario.
La rimozione degli zuccheri dalla dieta ha impedito ai topi di sviluppare obesità o sindrome metabolica solo se gli animali avevano ancora i Th17.
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